Pensieri
Letture dell'Attore Giuseppe Battiloro
durante il concerto "La Musica Racconta... i 40 anni di Peppino Impastato", Cinisi, 01-05-2018
8 maggio 2018CAPORALE
Ci fu’ un tempu..ca sunnai…
Un postu n’cantatu…
Ahhhh si vi lu cuntu… signuri puru a vui vi levu lu ciatu…
Ddu postu era di tutti aspiratu... e tuttu lu munnu accureva
N’to postu n’cantatu...
La genti pareva cuntenta e sirena...
Ma un ghiornu arrivo’ un "caporali" e la me terra vosi cumannari...
La genti cuminciò a murmuriari... e la me terra si vosi ribellari...
"Chi sei tu che osi infangare le mie radici?
"io... sono u’caporali... e non venni pi ti infangari... venni per fare una crianza"
"e tu... chiami crianza le malfatte? Ricorda caporale che dentro le vene della mia terra sgorga il fuoco dell’Etna, che sopra le teste dei siciliani c’è un cielo di angeli che rimembrano la triste fine...
Ricorda “caporale” che finchè il sole sorgerà in Sicilia... tu non sarai immortale.
Di Giusy Ferrante, Poetessa, Sceneggiatrice e Attrice
MUSICA VS MAFIA
Perchè è importante esserci e noi ci siamo
A Peppino Impastato
Siamo saliti sui tuoi monti
e scesi fino al mare
cercato tra le pietre
nel respiro delle onde
parole che fossero espressioni nuove
Ogni pensiero lo abbiamo spinto avanti
avanti, avanti, fin dove finisce il mare
laggiù dove si fonde con il cielo e poi risale
Là abbiam compreso che nulla era da cercare
Che “esserci” era importante e noi ci siamo
Ma li hai sentiti i nostri passi?
Le nostre mani che legavano gli uni agli altri?
Come se tutto rispondesse al tuo ideale
L’educazione alla bellezza, all’arte
E noi, qui, in un solo suono, in un solo intento
Musica VS Mafia
Musica Insieme
di Paola Bonetti, Poetessa di Grugliasco
IU PINSAVU UNA COSA...
E io pensavo una cosa, pensavu ca ci fu’ un tempo ca a palermo sulla prima pagina del giornale l’ora, un giorno si ed un giorno no , affacciava un nummaro stampatu bello grosso “80, 81, 82...” non era l’estrazione del bingo, come quarcuno può pensare, era un bollettino di guerra, a Palermo c’era una guerra di mafia e quelli erano il nummaro dei morti amazzati di quella guerra.
A genti davanti u giurnalaru guardava di nummari e murmuriava a denti stretti “tantu si ammazzanu tra iddi“ di quei morti non ci fregava una beneamata a nessuno, si ammazzavano fra di loro, e noialtri ci facevamo i cazzi nostri perchè era opinione comune che se t’ammazzavano in fondo in fondo la colpa era tua che ti eri immischiato in cose che non ti riguardavano o avevi pestato i piedi a qualcuno.
Poi, un giorno le tre colonne in prima pagina non bastarono piu a stampare il nummaro che era diventato troppo lungo ed a quella interminabile conta si cominciò ad aggiungere il nome di qualche giornalista a cui era venuto il sospetto che forse, di quella guerra, n’anticchia all’opinione pubblica doveva cominciare ad interessare.
La lista era sempre più lunga e ogni giorno si aggiungeva il nome di qualcuno, un politico, un sindacalista, sempre intervallato da qualche carabiniere o poliziotto e il nome di qualche magistrato.
L’opinione pubblica si limitava a commentare le notizie dentro il bar, dando una veloce taliata alla pagina della cronaca e facenno abili per il Palermo che, non essendoci ancora zamparini, orbitava tra la serie “b” e la “c”, minkia arrieri abbusco’ u Palermu!!!
Una sira spararunu a un generale dei carabinieri che stava scuperchiannu una pignata ca vugghieva!!! e qualcuno, sul marciapiede lordo di sangu appizzo un cartello. "Qui è morta la speranza dei palermitani onesti "...ma non era vero!!... il cartello sbagliato era perchè a Palermo c’erano due picciotti magistrati che erano corna dure .
Erano nati a Palermo, nei quartieri del centro storico e si erano messi in testa che sta camurria doveva finire. Vivevano sotto scorta, picchi a quarcuno a cui avevano pestato i piedi, aveva giurato di fargliela pagare. Il palermitano li vedeva sfrecciare per le strade della città a sirene spiegate e affermava spesso... “ci atturrano i cabbasisi cu sti sirene, tutta la giornata!! Un ce chiu pace a Palermo!"
Poi un sera di primavera, il suono di una di quelle sirene non si sentì più, coperta dal boato di non so quanti chili di tritolo ed il palermitano allora senti quell’enorme silenzio e cominciò ad avere il dubbio che forse, di quei morti ammazzati quarchè cosa ce ne doveva fregare pure a lui.
Il dubbio diventò certezza quando, un paio di mesi dopo, anche l’altra sirena si zittiu e allora il palermitano, comu u babbalucio dopo una buotta d’acqua, uscì fuori di casa a taliare quello che stava succedendo e quannu, davanti alla chiesa di san domenico passò un corteo con tutti di casci di mortu, un picciutto iso’ nta l’aria un enorme cartellone con una scritta stampata che sembrava una preghiera, una scritta ca pareva a vuci di tutti e alla folla ci arrizzarunu i carni “non li avete uccisi, le loro idee camminano con le nostre gambe".
Sono passati quasi 30 anni ed ora il picciotto del cartellone avi i capiddi bianchi, ogni anno va alla manifestazione in ricordo dei due magistrati ammazzati e vede la faccia di chiddi ca, supra u palco, in giacca e cravatta , leggiunu discursi e spianu parole vacanti e si pigghianu l’applausi facennu passerella cu culu di l’avutri... il picciotto legge quella frase scritta runnegghie’: “non li avete uccisi, le loro idee camminano con le nostre gambe"
Le loro idee camminano con le nostre gambe... perchè u zu Filippo nisciu ri galera ed iu quannu u u viru i strata u va salutu, tantu a mmia un ma fattu mai nienti di mali.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... pero’ a matina quannu grapu a putia haiu sempre u scantu di truvari l’attak ‘nto catinazzu.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... pero’ se mi rubano la bicicletta e la ritrovo a ballarò, preferisco pagare 30 euro al ladro piuttosto che denunciarlo ed avere noie... non si sa mai con chi hai a che fare.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... però a di tempi a Palermo u travagghiu c’era!
Le loro idee camminano con le nostre gambe... però c’è uno che si porta alle elezioni ed ha voluto il curriculum di mio figlio ed io pi si e pi no glielo dato... e magari gli do’ anche il voto.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e migliaia di ragazzi sono andati alla manifestazione commemorativa per Falcone... però era organizzata dalla scuola e se non ci andavano gli contava come assenza.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e dopo quel 23 di maggio abbiamo un modo nuovo di vedere le cose... pero’ asparino chiede il pizzo nel quartiere ma io per fortuna conosco a tanuzzo e sono in una botte di ferro, casomai per sdebitarmi ca nuddu m’inquieta ci fazzu un regalino a Tanuzzu.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... però se mi faccio i cazzi miei a me non mi scassa i cabasisi nuddu.
Le loro idee camminano con le nostre gambe ed a maggio siamo tutti sotto l’albero falcone però a masino hanno bruciato la macchina ed iu me l’aspittava picchi masino è uno ca ci scassa la minkia a tutti.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e lo stato è vicino alle famiglie dei caduti nella lotta alla mafia però... pero’ non gli dare confidenza a chiddu ca è maresciallo dei carabinieri.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e a Palermo, in Sicilia non siamo tutti mafiosi però... pero’ se questo insiste a non pagarmi questa fattura, ci fazzu parrari da un amico mio ca è... ntisu!!
Le loro idee camminano con le nostre gambe e la mafia un giorno sarà totalmente sconfitta però... pero’ io ho 50 anni e pure se ne campo altri 50... vedrò mai quel giorno???
di Giovanni Basile, editore di BABBALUCI NEWS
Ci fu’ un tempu..ca sunnai…
Un postu n’cantatu…
Ahhhh si vi lu cuntu… signuri puru a vui vi levu lu ciatu…
Ddu postu era di tutti aspiratu... e tuttu lu munnu accureva
N’to postu n’cantatu...
La genti pareva cuntenta e sirena...
Ma un ghiornu arrivo’ un "caporali" e la me terra vosi cumannari...
La genti cuminciò a murmuriari... e la me terra si vosi ribellari...
"Chi sei tu che osi infangare le mie radici?
"io... sono u’caporali... e non venni pi ti infangari... venni per fare una crianza"
"e tu... chiami crianza le malfatte? Ricorda caporale che dentro le vene della mia terra sgorga il fuoco dell’Etna, che sopra le teste dei siciliani c’è un cielo di angeli che rimembrano la triste fine...
Ricorda “caporale” che finchè il sole sorgerà in Sicilia... tu non sarai immortale.
Di Giusy Ferrante, Poetessa, Sceneggiatrice e Attrice
MUSICA VS MAFIA
Perchè è importante esserci e noi ci siamo
A Peppino Impastato
Siamo saliti sui tuoi monti
e scesi fino al mare
cercato tra le pietre
nel respiro delle onde
parole che fossero espressioni nuove
Ogni pensiero lo abbiamo spinto avanti
avanti, avanti, fin dove finisce il mare
laggiù dove si fonde con il cielo e poi risale
Là abbiam compreso che nulla era da cercare
Che “esserci” era importante e noi ci siamo
Ma li hai sentiti i nostri passi?
Le nostre mani che legavano gli uni agli altri?
Come se tutto rispondesse al tuo ideale
L’educazione alla bellezza, all’arte
E noi, qui, in un solo suono, in un solo intento
Musica VS Mafia
Musica Insieme
di Paola Bonetti, Poetessa di Grugliasco
IU PINSAVU UNA COSA...
E io pensavo una cosa, pensavu ca ci fu’ un tempo ca a palermo sulla prima pagina del giornale l’ora, un giorno si ed un giorno no , affacciava un nummaro stampatu bello grosso “80, 81, 82...” non era l’estrazione del bingo, come quarcuno può pensare, era un bollettino di guerra, a Palermo c’era una guerra di mafia e quelli erano il nummaro dei morti amazzati di quella guerra.
A genti davanti u giurnalaru guardava di nummari e murmuriava a denti stretti “tantu si ammazzanu tra iddi“ di quei morti non ci fregava una beneamata a nessuno, si ammazzavano fra di loro, e noialtri ci facevamo i cazzi nostri perchè era opinione comune che se t’ammazzavano in fondo in fondo la colpa era tua che ti eri immischiato in cose che non ti riguardavano o avevi pestato i piedi a qualcuno.
Poi, un giorno le tre colonne in prima pagina non bastarono piu a stampare il nummaro che era diventato troppo lungo ed a quella interminabile conta si cominciò ad aggiungere il nome di qualche giornalista a cui era venuto il sospetto che forse, di quella guerra, n’anticchia all’opinione pubblica doveva cominciare ad interessare.
La lista era sempre più lunga e ogni giorno si aggiungeva il nome di qualcuno, un politico, un sindacalista, sempre intervallato da qualche carabiniere o poliziotto e il nome di qualche magistrato.
L’opinione pubblica si limitava a commentare le notizie dentro il bar, dando una veloce taliata alla pagina della cronaca e facenno abili per il Palermo che, non essendoci ancora zamparini, orbitava tra la serie “b” e la “c”, minkia arrieri abbusco’ u Palermu!!!
Una sira spararunu a un generale dei carabinieri che stava scuperchiannu una pignata ca vugghieva!!! e qualcuno, sul marciapiede lordo di sangu appizzo un cartello. "Qui è morta la speranza dei palermitani onesti "...ma non era vero!!... il cartello sbagliato era perchè a Palermo c’erano due picciotti magistrati che erano corna dure .
Erano nati a Palermo, nei quartieri del centro storico e si erano messi in testa che sta camurria doveva finire. Vivevano sotto scorta, picchi a quarcuno a cui avevano pestato i piedi, aveva giurato di fargliela pagare. Il palermitano li vedeva sfrecciare per le strade della città a sirene spiegate e affermava spesso... “ci atturrano i cabbasisi cu sti sirene, tutta la giornata!! Un ce chiu pace a Palermo!"
Poi un sera di primavera, il suono di una di quelle sirene non si sentì più, coperta dal boato di non so quanti chili di tritolo ed il palermitano allora senti quell’enorme silenzio e cominciò ad avere il dubbio che forse, di quei morti ammazzati quarchè cosa ce ne doveva fregare pure a lui.
Il dubbio diventò certezza quando, un paio di mesi dopo, anche l’altra sirena si zittiu e allora il palermitano, comu u babbalucio dopo una buotta d’acqua, uscì fuori di casa a taliare quello che stava succedendo e quannu, davanti alla chiesa di san domenico passò un corteo con tutti di casci di mortu, un picciutto iso’ nta l’aria un enorme cartellone con una scritta stampata che sembrava una preghiera, una scritta ca pareva a vuci di tutti e alla folla ci arrizzarunu i carni “non li avete uccisi, le loro idee camminano con le nostre gambe".
Sono passati quasi 30 anni ed ora il picciotto del cartellone avi i capiddi bianchi, ogni anno va alla manifestazione in ricordo dei due magistrati ammazzati e vede la faccia di chiddi ca, supra u palco, in giacca e cravatta , leggiunu discursi e spianu parole vacanti e si pigghianu l’applausi facennu passerella cu culu di l’avutri... il picciotto legge quella frase scritta runnegghie’: “non li avete uccisi, le loro idee camminano con le nostre gambe"
Le loro idee camminano con le nostre gambe... perchè u zu Filippo nisciu ri galera ed iu quannu u u viru i strata u va salutu, tantu a mmia un ma fattu mai nienti di mali.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... pero’ a matina quannu grapu a putia haiu sempre u scantu di truvari l’attak ‘nto catinazzu.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... pero’ se mi rubano la bicicletta e la ritrovo a ballarò, preferisco pagare 30 euro al ladro piuttosto che denunciarlo ed avere noie... non si sa mai con chi hai a che fare.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... però a di tempi a Palermo u travagghiu c’era!
Le loro idee camminano con le nostre gambe... però c’è uno che si porta alle elezioni ed ha voluto il curriculum di mio figlio ed io pi si e pi no glielo dato... e magari gli do’ anche il voto.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e migliaia di ragazzi sono andati alla manifestazione commemorativa per Falcone... però era organizzata dalla scuola e se non ci andavano gli contava come assenza.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e dopo quel 23 di maggio abbiamo un modo nuovo di vedere le cose... pero’ asparino chiede il pizzo nel quartiere ma io per fortuna conosco a tanuzzo e sono in una botte di ferro, casomai per sdebitarmi ca nuddu m’inquieta ci fazzu un regalino a Tanuzzu.
Le loro idee camminano con le nostre gambe... però se mi faccio i cazzi miei a me non mi scassa i cabasisi nuddu.
Le loro idee camminano con le nostre gambe ed a maggio siamo tutti sotto l’albero falcone però a masino hanno bruciato la macchina ed iu me l’aspittava picchi masino è uno ca ci scassa la minkia a tutti.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e lo stato è vicino alle famiglie dei caduti nella lotta alla mafia però... pero’ non gli dare confidenza a chiddu ca è maresciallo dei carabinieri.
Le loro idee camminano con le nostre gambe e a Palermo, in Sicilia non siamo tutti mafiosi però... pero’ se questo insiste a non pagarmi questa fattura, ci fazzu parrari da un amico mio ca è... ntisu!!
Le loro idee camminano con le nostre gambe e la mafia un giorno sarà totalmente sconfitta però... pero’ io ho 50 anni e pure se ne campo altri 50... vedrò mai quel giorno???
di Giovanni Basile, editore di BABBALUCI NEWS